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Cassazione, sentenza 16 marzo 2018, n. 6551, sez. II civile

PROCEDIMENTI SPECIALI - APERTURA DELLE SUCCESSIONI - INVENTARIO - Successioni “mortis causa” - Inventario – Valenza di pubblica fede – Sussistenza – Conseguenze – Fattispecie.

 

Il verbale di inventario redatto dal notaio ex art. 775 c.p.c., in quanto atto rogato nell'esercizio delle funzioni, è assistito da pubblica fede e rappresenta, fino a prova contraria, fonte privilegiata di convincimento circa la ricostruzione e l'ammontare dell'asse ereditario al momento di apertura della successione, della cui reale consistenza il notaio incaricato è personalmente tenuto ad accertarsi, potendo logicamente procedere all'interpello degli eredi presenti solo dopo una personale ricognizione dei beni da inventariare.

(Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione di merito, che aveva ritenuto l'inidoneità del verbale di inventario redatto dal notaio a provare l'effettiva titolarità dei beni ivi elencati in capo al "de cuius", siccome considerato meramente riproduttivo delle dichiarazioni rese dagli eredi).